Disegno e disabilità: da strumento d’indagine ad occasione d’incontro.
Il disegno di Antonio
Il disegno di Antonio ci porta nel mondo delle relazioni affettive che la persona disabile può vivere in classe.
Antonio ha quattordici anni e, dopo aver completato la scuola media, la famiglia ha dovuto affrontare la decisione spesso problematica, del se e come far proseguire gli studi al ragazzo.
La mancanza sul territorio di programmi o attività che potessero coinvolgere i ragazzi disabili dopo la scuola dell’obbligo rendeva quasi inevitabile la scelta di proseguire gli studi; restava il problema del grave deficit cognitivo e delle difficoltà di linguaggio (delle dislalie associate alla balbuzie che anni di interventi riabilitativi erano riusciti a correggere solo in parte). Tali elementi imponevano la necessità di offrire al ragazzo un programma individualizzato che difficilmente si sarebbe potuto integrare con le attività curriculari di una qualsiasi scuola superiore.
Dopo varie riflessioni la scelta della famiglia ricadde su un liceo scientifico, la decisione non fu dettata, ovviamente, dall’offerta formativa o dalla possibilità di proseguire negli apprendimenti ma, piuttosto, dalla lettura dei bisogni e dei desideri di Antonio. Gli amici più cari del ragazzo, quelli che lo avevano accompagnato nel precedente percorso scolastico fornendogli sostegno e comprensione, avevano scelto di frequentare il liceo scientifico, Antonio accettò di buon grado di seguirli.
Il disegno, eseguito poco dopo l’inizio della scuola, testimonia il buon adattamento del ragazzo.
La classe non è per lui luogo dell’apprendere (mancano completamente gli elementi in qualche modo legati alla didattica: libri, quaderni, banchi, insegnanti) ma lo spazio fisico dove poter sperimentare le relazioni e le emozioni.
I suoi amici sono la sua classe, gli altri non esistono, anche se la grande quantità di spazio bianco lasciata nel disegno consente di pensare che Antonio possa arricchire le proprie relazioni includendo anche altri compagni e non solo i due che lo seguono dalle scuole medie. La posizione e le dimensioni dei personaggi del disegno spingono, poi, a fare delle riflessioni sulla percezione che Antonio ha di sé: lui e piccolo e decentrato rispetto ai due compagni che sono più grandi ed in primo piano, quasi a testimoniare il senso di inadeguatezza ed il bisogno di protezione che egli avverte nel contesto scolastico.
Sicuramente il disegno ha fornito molti elementi di lettura al corpo insegnanti e, se riproposto correttamente dopo un adeguato lasso temporale, può fornire indizi rispetto al lavoro di integrazione di Antonio con tutto il gruppo classe.