Psicologia Giuridica
La psicologia giuridica in Italia ha radici molto antiche e forti tradizioni che risalgono addirittura agli inizi del ‘900, epoca in cui illuminati studiosi come U. Fiore (1909), S. G. Ferrari, A. Renda (1906) e S. De Sanctis (1913) già segnalavano, attraverso articoli e lavori specifici, le varie direzioni in cui si poteva sviluppare la materia. Ma soltanto nel 1925 con la pubblicazione di Psicologia Giudiziaria di Enrico Altavilla – giurista napoletano, docente di Diritto e Procedura Penale – la psicologia giuridica ebbe una vera sistematizzazione, riuscendo a cogliere le sfumature del Diritto e della Psicologia, coniugandole all’interno del processo e nel contempo facendo mantenere ad entrambe le discipline la loro necessaria autonomia. Basti pensare, per rimarcarne gli aspetti attuali, ai concetti espressi da Altavilla come il “valore relativo della verità giudiziale”, della “psicologia della testimonianza”, della “psicologia del suicidio”, ecc. Dopo il trattato di Altavilla, però, iniziò una fase in cui la psicologia giuridica ebbe un lungo periodo di ostracismo e chiusura da parte del sapere giuridico, come conseguenza di conflitti culturali e scientifici legati a interessi dell’epoca.
FONTE AIPG ASSOCIAZIONE ITALIANA DI PSICOLOGIA GIURIDICA